Di fronte al cibo tutti i nostri sensi sono attivi. Prima ancora di assaporare il gusto di una portata, il colore del cibo, raggiunge la nostra vista lasciando un’impronta che ci giuda nella successiva scelta.
Nessuno di noi può rimanere indifferente al colore del cibo: si tratta di un richiamo ancestrale che accompagna il nostro istinto e la mostra mente fin da quando siamo piccoli.
Che il colore del cibo ci attragga fin dalla tenera età, lo sanno bene tutte le mamme, che s’ingegnano per presentare portate colorate e gradevoli alla vista ai loro piccoli.
Quanto sia importante il colore degli alimenti lo sanno bene anche tutte le aziende produttrici, esperte (alle volte) nell’impiego di pigmenti coloranti artificiali di vario tipo.
In natura i colori indicano la stagionalità.
In estate, per esempio, i prodotti alimentari esprimono tinte forti; pensiamo al rosso delle ciliegie, dei pomodori e delle pesche, all’arancione delle albicocche, al viola e blu delle susine: sono tutti alimenti ricchi di acque e sali minerali che consentono di mantenere la tonicità e resistere alle insidie del caldo . In primavera invece prevalgono i colori verdi che accompagnano il cambiamento di stagione e stimolando l’organismo a rinnovamento.
Il colore incide sulle nostre percezioni anche quando non ce ne rendiamo conto. Sappiamo tutti che di fronte a varie portate decorate con maionese o crema, la nostra scelta sarà indirizzata verso quella apparentemente più fresca, e questo succede perché i nostri sensi sono allerta per proteggerci anche quando noi stiamo distrattamente conversando.
Il colore indica anche il grado di cottura di un cibo: nessuno s’indirizzerebbe mai verso un cibo evidentemente bruciato, anche perché non è esattamente salutare.
Le gradazioni cromatiche incidono sulle nostre percezioni per trasformarsi in emozioni ben precise.
Alimentarsi è una necessità ma il nostro essere cerca comunque piacere e nella ricerca di piacere il colore gioca un ruolo basilare del quale parleremo negli articoli che seguiranno.
